Marco Pedron
Marco Pedron ha iniziato, per caso, a lavorare in un ristorante in sala, poi in cucina ma non in pasticceria, ma questa è diventata sempre di più la sua divorante passione.
Approdato da Omar Allievi, ai tempi sous chef al Principe di Savoia, diventa in soli due mesi diventa capopartita della pasticceria. La sua caratteristica da allora fu una costanza fuori dal normale: passa ore a sperimentare, a fare errori. Poi da Luigi Biasetto, per l’esperienza chiave: qui impara soprattutto il rigore e la tecnica e si guadagna la sua fiducia. Tempo dopo Biasetto decide di affidargli le sue pasticcerie in Belgio, a Bruxelles, dove Marco vive per due anni, lavorando come unico responsabile e sviluppando anche doti manageriali e gestionali.
Ma il suo obiettivo era sempre quello di tornare a Milano. Torna da Rocco Princi col ruolo di executive di tutti i suoi negozi: entra dunque nel mondo delle grandi quantità, dei banchi sempre colmi, della pasticceria “d’effetto”. Un bel binomio, che casualmente incontrato a Seoul: Marco inizia a lavorare con lui su vari progetti paralleli, tra cui Expo, Trenitalia e Garage Italia, fino al momento in cui gli chiede di diventare il primo pasticcere per l’apertura della Pasticceria del Caffè Cracco In Galleria. Questo significava partire da zero, creare un team di lavoro efficiente e pensare a una linea tutta nuova. Una linea che nel giro di poco fa parlare di sé come la migliore colazione speciale di Milano, con il fatturato dell’anno, del pasticcere dell’anno. Perché Marco se fa una cosa, non la fa bene, ma la fa al massimo, altrimenti ha imparato a non farla. Soprattutto in merito alla colazione, che per lui è un momento cruciale, da cui tutto ha inizio. Non solo la giornata.