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DESCRIZIONE

Un dessert non è un dolce. E un dolce non è un dessert. Cambiano tempistiche, temperature, texture, modalità di produzione e fruizione, motivazione e intenzione. E anche la figura professionale del pasticcere è molto diversa da quella del pastry chef. In questo volume, Paolo Griffa, alla regia del Caffè Nazionale di Aosta, una stella michelin, analizza, valorizza e mette in luce quella portata che va a suggellare il percorso gastronomico al ristorante

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ISBN: 9788832143737
Anno: 2024

Dessert al Ristorante

Tecniche, strumenti e ricette di un pastry chef

41,30 59,00

Un dessert non è un dolce. E un dolce non è un dessert. Cambiano tempistiche, temperature, texture, modalità di produzione e fruizione, motivazione e intenzione. E anche la figura professionale del pasticcere è molto diversa da quella del pastry chef. In questo volume, Paolo Griffa, alla regia del Caffè Nazionale di Aosta, una stella michelin, analizza, valorizza e mette in luce quella portata che va a suggellare il percorso gastronomico al ristorante

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È quando sta per calare il sipario che lui entra in scena. Per prendersi la scena. È quando tutto sta per finire che lui riaccende i riflettori sul palcoscenico del gusto. Un compito non facile quello affidato al dessert, sigillo e suggello di un itinerario che va dal pane al caffè, snodandosi fra pietanze che tanto hanno già dato e raccontato. Per questo Paolo Griffa, chef e pastry chef del Caffè Nazionale di Aosta, si concentra su quel piatto che al ristorante rappresenta l’ultimo atto. E che perciò deve essere da applauso.

Griffa mette in chiaro un mestiere complesso come quello del pastry chef , lo ribadisce bene il maestro Corrado Assenza nella prefazione, ma anche le sue competenze. Che sono differenti sia da quelle del cuoco che da quelle del pasticcere da laboratorio: il pastry chef deve infatti saper attingere dai due mondi il meglio di entrambi. Deve saper guardare a 360 gradi, senza limiti e confini, perché in cucina ha a disposizione infiniti ingredienti: dagli ortaggi alla frutta, dalle erbe alle spezie. Un pastry chef deve anche saper fare il pane, gli amuse-bouche, gli avant dessert e la piccola pasticceria.

Una visione a tutto tondo quella del pastry chef. Che deve saper padroneggiare le tecniche base della pasticceria (dalle creme, alle cialde, dalla frolla alla sfoglia), ma deve anche conoscere le tecniche e gli ingredienti di cucina. Per cuocere, marinare, aromatizzare, liofilizzare, fermentare, estrarre, addensare, chiarificare, distillare, creare brodi e infusi. Il bello? Che il pastry chef può avere a disposizione anche piccoli strumenti, pratici e performanti: non solo forno e pacojet, ma anche stencil e stampi in silicone, craft bunch e coltelli di ogni genere e misura, senza dimenticare le nuovissime tecnologie, che consentono di raggiungere inediti risultati, come l’Ocoo e l’evaporatore rotante, la stampa 3D e il flavour blaster…

Una trentina le ricette à la carte. Corredate della loro storia, perché ogni dessert ha una genesi e una motivazione. Da qui la necessità di una suddivisione tematica, caratterizzata da colori distintivi. Così sotto il nome di Interazioni vanno quei dessert che richiedono un forte coinvolgimento da parte del commensale, come accade per il Banana Splash, Lo Schiaccianoci, il Vaso Ai Weiwei, la Caccia al Tesoro e la Pignatta. Mentre sono vere Full Immersion in un territorio o in un’esperienza il Flower Power, il Picnic in Val Ferret e il Falò Al_Pino. Il Monte Bianco in una boule de neige, la Mela alla Guglielmo Tell, Honey e Carota incarnano invece il concetto illusorio di Trompe-l’oeil; il Cappuccino nelle Langhe e il Fior di Pesca rappresentano spaziali Architetture; e i Virtuosismi sono divertissement sui grandi classici, dall’Île flottante alle fragole al Citrus Vacherin, dall’Omelette Soufflé al Babà al dragoncello.

Paolo Griffa

Paolo Griffa

Paolo Griffa nasce nel 1991 e cresce all’interno di una famiglia numerosa. Con nonna Rosa e mamma Daniela ad alimentare una sempre più forte passione per la cucina e per il dolce. Da lì, gli studi all’istituto alberghiero Giolitti di Torino, i concorsi, le vittorie e i viaggi premio. E ancora, le esperienze formative al Combal.Zero, alla corte di Davide Scabin; e un lungo periodo al Piccolo Lago di Marco Sacco, con corredo di trasferte dall’Asia agli Emirati Arabi. Per poi fare tappa al parigino Le Chateaubriand e allo Studio di Copenhagen. Nel 2015 conquista la finale italiana della S. Pellegrino Young Chef Academy Competition e raggiunge la finale nazionale del Bocuse d’Or nel 2017 e quindi Courmayeur, al Grand Hotel Royal e Golf – alla regia del Petit Royal, dove la stella Michelin arriva nel 2019. Infine, Paolo (membro di Ampi, l’Accademia Maestri Pasticceri Italiani) approda ad Aosta, al Caffè Nazionale. Uno spazio storico ad alto tasso tecnologico, un luogo raffinato per valorizzare una cucina capace di condensare memoria, estro, territorio e avanguardia.

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